I risultati delle ricerche così come riportate nella vasta letteratura sull’argomento, insieme alla riflessione nella pratica clinica rappresentano dei punti cardine dai quali partire per quanti lavorano con le famiglie del malato di Alzheimer. Per sostenere i familiari nel loro arduo compito di caregiving, si rivela di grande importanza un lavoro psicologico che permetta di procedere con l’esplorazione di aree specifiche che diano conto del complesso intreccio che in diversa misura influenza le modalità del prendersi cura. In questo senso, capire come venga vissuta la malattia quale evento familiare o anche come la storia familiare, i modelli e i ruoli familiari, la flessibilità o la resistenza al cambiamento influenzino le relazioni, potrebbero tutti rappresentare una modalità attraverso la quale comprendere l’esperienza dei diversi membri della famiglia. Tutti questi quesiti possono informare le modalità attraverso le quali lo psicologo decida poi di condurre il suo intervento nonché nella pianificazione di un trattamento piuttosto che di un altro. Così ad esempio, invitare le famiglie a partecipare ad un’attività di counseling potrebbe rappresentare una delle strade percorribili al fine di promuovere la resilienza familiare ed affrontare le conflittualità in una fase ancora nascente ed essere nel contempo anche la chiave di volta per aiutare le famiglia stessa a fronteggiare la malattia nella maniera più funzionale. Considerando le numerose e complesse modalità attraverso le quali la malattia impatta con l’intera famiglia, il terapeuta potrebbe fare di questo presupposto il focus d’attenzione principale esplorando non solo come quel suo particolare cliente si rappresenti e fronteggi la malattia, ma anche come le relazioni del cliente con quel genitore, fratello, moglie, figlio siano in qualche modo strettamente interrelate con l’evento critico. Chiedersi ad esempio quali siano le regole familiari, da chi nella famiglia venga esercitato il potere, se esista o meno un paziente designato rappresentano tutti quesiti alla base della terapia familiare che in qualche modo svolgono il compito di mobilitare il sistema affinché la problematica possa essere reinquadrata nel linguaggio di quella famiglia e nel contempo vi sia la costruzione di uno spazio che permetta di andare oltre.

Considerare il sistema come una totalità, significa anche che le relazioni diadiche genitore-figlio, nonno-nipote, cugino-cugino etc. sono interne a quel sistema e nel caso specifico della malattia di Alzheimer, che la tensione non è limitata alle relazioni caregiver-non caregiver, ma può essere presente in un gran numero di relazioni e configurazioni interpersonali attraverso le quali ad esempio, è possibile comprendere anche come il senso della conflittualità intrafamiliare venga trasmesso dalle generazioni precedenti a quelle successive.

Lo psicologo in  questo senso si fa garante di aiuto per le famiglie a partire dal riconoscimento delle emozioni transgenerazionali che le attraversano per poi promuovere tra i vari membri uno stile comunicativo che sia appropriato al sopraggiunto evento di difficoltà in modo tale da stabilire un ponte di connessione con quelle risorse che permettano loro di pianificare al meglio le cure del proprio caro.

La famiglia deve essere considerata come protagonista di un processo di adattamento oltre che come vittima di una situazione stressante e ciò è fondamentale per immetterla a pieno titolo nel processo terapeutico, per considerare l’aspetto delle risorse attivabili anziché quello della disabilità

L’avvento della malattia rappresenta per la famiglia, un evento paranormativo. Secondo Terkelsen (1980), infatti, due sono i tipi di eventi che spingono il passaggio ad una nuova fase: eventi normativi attesi, che accadono regolarmente nella maggior parte delle unità familiari, ed eventi paranormativi, inattesi e/o difficilmente prevedibili, come la malattia.

L’intervento psicologico può essere, così, un utile strumento per ripensare la propria storia familiare e portare a compimento un processo di trasmissione intergenerazionale, e dare nuova linfa vitale ad un processo familiare che ora si trova ad un punto di stallo non potendosi più descrivere e rappresentare entro le vecchie categorie.

HAI DEI DUBBI ? CONTATTACI!
RISPONDEREMO A TUTTE LE TUE DOMANDE.
Inviaci un messaggio
Tutti i documenti necessari
Privacy | Note legali | Area riservata - Powered by Dualtone | creative studio
@Copyright 2013 Fondazione Opera Pia Iacono Avellino Conte, Via Vincenzo Mirabella, 9 - 80077 Ischia (NA) - P.IVA 07405051215
assistenza domiciliare assistenza telefonica assistenza psicoterapeutica sportello ascolto